Sinodo Straordinario dei Vescovi su matrimonio e famiglia.

Alcune risposte a domande in riferimento al Sinodo Straordinario dei Vescovi su matrimonio e famiglia.

  1. Il Sinodo Straordinario dei Vescovi, celebrato nel mese di ottobre 2014, non ha emesso un documento finale, ma ha lasciato l’indicazione di una ricerca che è ancora in corso, e che la Chiesa, nella sua totalità, continua a svolgere. Pur con questi limiti, alcune  indicazioni precise sono emerse, e sono state riaffermate: la necessità di una adeguata preparazione al matrimonio e di un accompagnamento costante per le coppie di sposi, specialmente per quelle che incontrano difficoltà; l’urgenza di giudicare attentamente e rapidamente i casi di nullità matrimoniale che sono sottoposti all’esame dell’autorità della Chiesa; l’impegno di accogliere in carità e verità le coppie che si trovano in situazioni irregolari, indicando ad esse cammini di conversione e mantenendo comunque il contatto con la comunità ecclesiale, anche qualora si debbano mantenere precisi limiti nella partecipazione ai sacramenti. La ricerca di una sintesi tra la verità dell’indissolubilità del sacramento del matrimonio e l’amministrazione della misericordia infinita di Dio, non ha ancora trovato una soluzione precisa, ma solo alcune piste di ricerca che, speriamo, saranno approfondite nel prossimo Sinodo ordinario.

  2. La missione della Chiesa si rivolge ad ogni persona, ma guarda con attenzione particolare alla famiglia, che è la cellula fondamentale della società ed anche della Chiesa. Essendo la famiglia indicata come “piccola Chiesa” o “Chiesa domestica”, dobbiamo concludere che è essa stessa capace di evangelizzare e portatrice di questa missione. Perché ogni famiglia possa vivere all’altezza della sua missione, è indispensabile che i suoi componenti primari, lo sposo e la sposa, siano formati all’apprezzamento dei valori cristiani fin dalla prima infanzia, e ricevano una specifica preparazione al matrimonio non soltanto nel richiesto corso prematrimoniale, ma in tutta la loro crescita umana e cristiana.

  3. Ogni persona che nasce è un dono di Dio ad una famiglia, che ha la missione di accogliere la nuova vita e, nello stesso tempo, ha la responsabilità di alimentarla, proteggerla e farla crescere. Il dono più bello che i genitori possono fare ai loro figli è quello di trasmettere loro, con l’esempio e l’insegnamento, l’apprezzamento per i valori del vangelo, che rendono la nostra umanità completa e felice. Il ruolo della famiglia è talmente fondamentale che tutte le altre istituzioni sociali, Chiesa compresa, hanno il compito di accompagnare e sostenere la famiglia in questa sua missione.

  4. Il valore della vita, proclamato dall’insegnamento della Chiesa, è parte integrante del messaggio evangelico. Nella sua enciclica “Humanae vitae”, il Beato Paolo VI ha sottolineato la necessità di un rispetto assoluto del valori della sessualità, come dono che la Provvidenza Divina offre all’umanità. I giovani sono chiamati a vivere con serietà il tempo del loro discernimento vocazionale, che sia orientato verso il matrimonio o verso la verginità consacrata. Educare alla castità, vissuta in un atteggiamento di piena e gioiosa libertà dai tanti condizionamenti esterni, è il modo migliore per prepararsi ad una donazione sincera nel cammino prescelto.Una società che non ha figli rinuncia ad avere un futuro e mostra soltanto di avere perso la speranza, e quindi di essere destinata alla auto eliminazione. La Chiesa guarda alla vita come a un dono, che porta con sé la speranza di un mondo da costruire in base agli ideali evangelici della giustizia, nella solidarietà e dell’amore. Il messaggio che la Chiesa offre, esortando a vivere la maternità e paternità responsabile è quello di una apertura cosciente e generosa alla vita, e non di una chiusura egoista nell’isolamento gelido della sterilità.