Stemma

Nella tradizione della Chiesa, un Vescovo sceglie uno stemma che lo identifica e, in qualche modo, lo rappresenta. Oggi invece che di stemma, si tende a parlare di “logo”, come per i prodotti commerciali. Usiamo invece la parola corretta: stemma o scudo. Lo stemma è usato nella carta da lettere, nei timbri e nei sigilli che rendono un documento bello e solenne, e ne assicurano l’autenticità.

Spiego quindi il mio stemma, che vedete rappresentato in questa stessa pagina:

Lo scudo è sovrastato da una croce, a due bracci trasversali. Questo indica che lo stemma è di un arcivescovo, mentre il vescovo ha la croce con un solo braccio.

Lo scudo in se stesso ha due colori, bianco e rosso. Sono i colori della bandiera di Fano, la mia città di origine. Quando due antiche famiglie, sempre in conflitto, decisero di fare la pace, il colore rosso dell’una e il colore bianco dell’altra furono messi insieme, e divennero così un simbolo di concordia.

Al centro dello scudo, in nero ma con gli occhi bianchi e neri ed il becco e la lingua rossi, è rappresentata una testa d’aquila, che, nello stile che si dice “araldico”, è rappresentata in atteggiamento feroce, come se stesse gridando.
L’autore dell’Apocalisse descrive attorno al trono dell’Altissimo quattro esseri viventi: il leone, il toro, l’uomo e l’aquila (4,6-7). In essi si sono visti i quattro evangelisti, e l’aquila è stata scelta come simbolo dell’evangelista Giovanni. In antico si credeva che l’aquila fosse capace di volare molto in alto e di guardare direttamente il sole senza restare abbacinata. Nel suo vangelo, San Giovanni ha espresso delle riflessioni così belle e profonde, da far pensare che abbia potuto contemplare da vicino la realtà di Dio, come l’aquila fa con il sole. Ho voluto il simbolo di San Giovanni nel mio stemma perché l’Evangelista dell’amore è il mio Santo patrono.

A fianco della testa d’aquila, ci sono due altri motivi: sul campo bianco c’è un fiore rosso, mentre sul campo rosso c’è una stella bianca. Il fiore può essere visto come simbolo della carità, ma è insieme un simbolo della Madonna, tratto dalle litanie lauretane: “rosa mistica”. Può anche essere letto come un riferimento alle origini contadine della mia famiglia – i miei quattro nonni erano agricoltori – dato che il fiore rappresenta ogni frutto della terra.

La stella bianca indica la fede ma è anche un simbolo mariano: “stella del mattino”. È anche la stella che guida i marinai, e quindi abbiamo un’allusione al mare Adriatico, che bagna Fano e offre alle nostre popolazioni cibo e lavoro tutto l’anno.

L’autore del mio stemma era un bravissimo e famoso disegnatore di araldica. Lo fece per me nel 1976, quando stavo per lasciare Londra, per andare a lavorare in Vaticano. Mons. Bruno Heim, che era allora Delegato Apostolico in Gran Bretagna, è stato l’autore di molti stemmi importanti, come quelli dei Papi Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II.

Mons. Heim diceva che uno stemma può avere un significato simbolico, ma prima di tutto, deve essere chiaro e quindi non carico di troppe figure. Egli stesso era molto compiaciuto dello stemma che aveva disegnato per me.