Nel 1985 ricorrevano mille e cento anni dalla morte di San Metodio, evangelizzatore dei popoli slavi nell’Europa Orientale, insieme con il fratello Cirillo. La diocesi di Ðakovo, erede dell’antica sede vescovile di Metodio, aveva promosso una commemorazione solenne, anche perché i due fratelli di Tessalonica erano stati proclamati dal Papa Giovanni Paolo II compatroni d’Europa. Per la circostanza, erano stati invitati vescovi da ogni conferenza episcopale del continente. Per l’Italia venne in Cardinale Pappalardo, Arcivescovo di Palermo; per l’Inghilterra e Galles, il Cardinale Hume; per la Polonia, il Cardinale Glemp; per la Francia, il Cardinale Lustiger. Per la Jugoslavia, era presente il Cardinale di Zagreb, Kuharič.
Tutti gli ospiti giunsero a Belgrado il 4 luglio e di lì, il giorno seguente, si procedette a Ðakovo, per una concelebrazione che sarebbe stata presieduta dal Cardinale Segretario di Stato, Agostino Casaroli. Il governo jugoslavo offrì le auto per il trasporto e, prima della partenza, si raccomandò ai vescovi di essere prudenti nelle conversazioni durante il viaggio: non potevamo escludere che nelle vetture ci fossero microspie per ascoltare quello che si diceva. Kuharič, che non aveva neppure dormito in Serbia, rifugiandosi per la notte a Zemun, che i croati considerano parte della “santa Croazia”, si rifiutò di salire sulle auto governative, anche se così avrebbe potuto fare compagnia agli ospiti, e viaggiò con la sua auto.
La celebrazione fu solenne e molto partecipata. I costumi tradizionali, vestiti dalla gran parte dei fedeli, davano un tono festivo e caratteristico alla circostanza. Casaroli presiedette la Messa, celebrata in lingua croata e, nella stessa lingua, lesse una lunga omelia. I sacerdoti croati presenti ne furono piacevolmente impressionati.
Seguì un pranzo, al quale erano presenti anche le autorità di governo. Verso la fine, il ministro Dolanc, uno dei più antichi membri del governo, già collaboratore fidato di Tito, si alzò per un discorso. Il tono fu positivo: celebrazioni come questa ci aiutano a capire che, tra il governo e la Chiesa, sarebbe molto meglio dialogare piuttosto che mantenere un atteggiamento polemico; noi uomini di governo dovremmo capire meglio le esigenze della gente, apparse così evidentemente in questa circostanza.
Un sacerdote tradusse parola per parola il discorso a Casaroli, che chiese allo stesso di preparare per lui qualche parola di risposta. Mentre ancora suggeriva un testo, si alzò il Cardinale Kuharič, che fece distribuire un foglio ciclostilato con il testo del suo intervento, in croato e in italiano.
Nel suo discorso, però, il Cardinale aggiunse molte cose, accusando il governo di tante violazioni della libertà dei credenti ed esprimendosi con una violenza incredibile. Solo una parte dei sacerdoti presenti applaudì rumorosamente, mentre la maggior parte rimase in silenzio. Uno di quelli che era al mio fianco, mi disse: “Così non c’è niente da fare”.
Il Cardinale Casaroli non intervenne più e tutto si concluse in un’atmosfera di rammarico. Ma poi, qualcuno mi spiegò che la Chiesa di Croazia non aveva particolare interesse per San Metodio, dato che questi aveva evangelizzato la parte orientale dell’Europa, mentre la Croazia era sempre rimasta legata all’Occidente e al rito Romano.