Corpus Domini

Loreto, 10 giugno 2012

Cari fratelli e sorelle, cari amici,

la nostra basilica cattedrale ci riunisce per un incontro a cui teniamo in modo del tutto speciale. Tra le belle tradizioni della nostra vita di fede, la solennità del Corpo e del Sangue del Signore, con la processione per le vie della città, ci è molto cara, e desideriamo viverla nel modo migliore. Prepariamoci spiritualmente a questo incontro, tra noi e con il Signore, riconoscendoci limitati e peccatori, e chiedendo a Dio Padre l’aiuto della sua grande misericordia.

La pagina del Vangelo ci ha riportati nel Cenacolo, in quel giovedì, prima della passione del Signore. Gesù ci ha donato tutto se stesso, in un gesto che è troppo straordinario per poter essere stato immaginato da qualcuno di noi. Talvolta ho sentito alcune persone senza fede, o di altra fede, chiedere: “Ma come è possibile immaginare che Dio possa essere presente in un pezzo di pane e in un poco di vino?” È proprio vero: non è possibile immaginarlo. Solo l’infinito amore di Dio Padre poteva inventare qualcosa di talmente sconvolgente da andare al di là di ogni comprensione: ha voluto essere così vicino a noi, da offrirsi per essere mangiato, per entrare vivo dentro di noi e darci la sua vita e farci suoi in tutto.

            La presenza costante di Gesù nell’Eucaristia all’interno delle nostre chiese è la testimonianza più bella della volontà del Signore di condividere la nostra esistenza, i nostri momenti belli e le nostre difficoltà. Proprio oggi, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricordato le chiese crollate per il terremoto in Emilia, ed ha sottolineato la presenza dell’Eucaristia in quelle chiese: Gesù, anche lui terremotato, anche lui sotto le macerie.

            Il Gesù che vuole prendere parte alla nostra vita è quello che riceviamo nella comunione, quello che dovremmo sempre ricevere con la stessa fede e con lo stesso affetto con cui Maria lo portava in seno e, una volta nato, lo accoglieva nelle sue braccia. È il Gesù che, tra poco, porteremo con noi in solenne processione, perché benedica la nostra città, la nostra società e ciascuno di noi.

            Mentre altri sono nelle difficoltà più grandi, questo dolore ci è stato risparmiato. Ma portiamo con tutti le asprezze causate da una crisi mondiale che ci aiuta a capire che non ha senso mettere tutte le nostre speranze nel denaro e negli affari: basta così poco per buttare tutto all’aria!

            Il Papa ha anche raccomandato l’unità di tutti per affrontare insieme i problemi, anche i più grandi. Pensiamo ai terremotati dell’Emilia, ma pensiamo anche a noi loretani, così bravi a pensare ciascuno per sé, con il rischio di perdere la percezione di essere una porzione privilegiata dell’umanità, con una missione di testimonianza unica al mondo. Perché siamo chiamati a vivere quei valori che la presenza della Santa Casa ci ha affidato: l’accoglienza, l’apertura verso gli altri, la fraternità. Valori della Casa, valori dell’Eucaristia. Valori da vivere insieme, con un senso di solidarietà che ci deve spingere a pensare al bene di tutti, al di là degli interessi personali e parziali.

            Gesù che percorre con noi le nostre strade ci invita all’amore gli uni per gli altri, perché uniti nel suo sangue, salvati dalla sua morte e risurrezione, e quindi testimoni del suo amore: “Amatevi tra di voi come io vi ho amato”. Gesù si fida di noi e della nostra capacità di essere uniti e di amare. Non deludiamo la sua fiducia, non sprechiamo il suo amore. È la lezione della Casa, la lezione dell’Eucaristia.