Festival Organistico Lauretano

Quarto concerto – Giulio Mercati

Loreto, 10 agosto 2010

In quest’anno, dedicato alla commemorazione del 90° anniversario della proclamazione della Madonna di Loreto a Patrona dell’aviazione, si è voluto dare ai nostri concerti uno speciale accento mariano. In ogni programma si è presentato, e si presenterà, un commento musicale a una delle antifone che la tradizione della Chiesa dedica alla Madonna. Oggi, il Maestro Mercati ci presenta una sua riflessione musicale sul ciclo pittorico che il pittore Ludwig Seitz ha realizzato nella Cappella Tedesca e, per fare questo, ha scelto quattro scene e con esse quattro testi di preghiere, che rappresentano, rispettivamente, l’Immacolata Concezione – “Tota pulchra es Maria”, l’Annunciazione – “Alma Redemptoris mater”, la Morte di Cristo in croce – “Stabat Mater” e la Risurrezione – “Regina coeli, laetare”.

Se qualcuno di voi non conoscesse ancora questo capolavoro di arte e di fede che è la Cappella Tedesca, non posso fare altro che invitarvi a una visita diretta, subito dopo il concerto. Per chi volesse condurre uno studio più approfondito, suggerisco la lettura del volume pubblicato dalle Edizioni Santa Casa dal titolo “Ludovico Seitz e la Cappella Tedesca”, opera di P. Giuseppe Santarelli e del Professore Mariano Apa.

Innanzitutto, è importante chiarire la ragione del nome. Quando, alla fine del 19° secolo, il P. Pietro da Malaga, ofm capp., lanciò un’ambiziosa campagna di restauri della basilica di Loreto, ebbe l’idea geniale di rivolgere un appello ai paesi cattolici di Europa, perché collaborassero all’impresa, finanziando ciascuno la decorazione di una delle grandi cappelle delle absidi. Il restauro e il rifacimento degli affreschi della cupola furono finanziati da offerte ricevute dai fedeli italiani. Nacquero poi, nel corso di diversi decenni, le cappelle spagnola, svizzera, polacca, slava, francese, americana e, appunto, la Cappella Tedesca, che, si può affermare senza offendere nessuno, è di gran lunga la più bella. In questo caso, il nome non si riferisce solo alla Germania ma comprende le diverse nazioni di lingua tedesca, e in maniera molto specifica l’Austria, che era allora il centro dell’Impero Asburgico. Con piacere, riconosco questa sera la presenza dell’Ambasciatore austriaco presso la Santa Sede, Sua Eccellenza Martin Bolldorf, che ci onora con la sua partecipazione al nostro concerto.

Nei grandi spazi della cappella, in origine chiamata cappella del coro, il pittore Seitz, certamente guidato da validi teologi, ha rappresentato la missione di Maria nell’opera della redenzione del genere umano. Tutto parte dalla vetrata al centro dell’abside, in cui è rappresentata la Vergine Immacolata, la Figlia di Sion nata dalla radice della casa di Davide e, nello stesso tempo, frutto del progetto eterno di Dio e per questo preservata fin dal suo concepimento da ogni contatto con il peccato.

Da questo centro focale sgorga la rappresentazione dei diversi momenti della vita di Maria. Al lato destro di chi guarda, la sua presentazione al tempio, lo sposalizio con Giuseppe, l’Annunciazione, la visita a Santa Elisabetta, il Natale, con la fuga in Egitto e la strage degli innocenti. Il primo momento fondamentale di questa parte è l’annuncio dell’angelo a Maria, scena che il pittore interpreta con grande solennità, ponendo in essa dei dettagli, ognuno dei quali trasmette un messaggio: notiamo il gesto pieno di venerazione dell’angelo, la sorpresa contenuta di Maria, colta nel momento della preghiera, mentre, inginocchiata, legge le parole del profeta Isaia: “Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”; le pareti della camera si ispirano alla semplicità della casa di Loreto; i fiori che abbelliscono il giardinetto attorno alla casa proclamano la verginità di Maria. Il raggio di luce che, partendo dallo Spirito Santo, rappresentato in forma di colomba, giunge al capo di Maria, merita un’attenzione speciale: esso è interrotto da un’ostia, circondata da un’aureola d’oro. L’angelo aveva promesso: “Lo Spirito Santo scenderà su di te”. Con una intuizione geniale, l’artista ha raffigurato l’incarnazione del Verbo di Dio con un simbolo eucaristico, quasi a dire che, fin dal momento in cui si è fatto uomo, Dio si è fatto, allo stesso tempo, eucaristia, cioè dono all’umanità come cibo che l’aiuta a camminare nella vita. Non sorprende che questa immagine, di grande efficacia, sia stata scelta per illustrare le pubblicazioni in preparazione del prossimo Congresso Eucaristico Nazionale, che si celebrerà in Ancona nel mese di settembre del 2011.

In questo modo, sono state ricordate le verità fondamentali sulla missione di Maria ed i suoi privilegi: la sua immacolata concezione, la sua perpetua verginità e la sua maternità divina. Le scene che completano queste rappresentazioni offrono un commento biblico e teologico a queste affermazioni di base, in modo che la contemplazione della grande parete offre la possibilità di un vero e proprio studio sulla parte che Maria ha svolto nell’incarnazione del Figlio di Dio. Uno studio, sia detto di passaggio, che ha il vantaggio di essere attraente e immediatamente efficace, e non noioso come possono essere spesso le lezioni dei teologi.

Se poi spostiamo la nostra attenzione all’altro lato della cappella, il nostro sguardo si posa subito sulla scena della crocifissione. In questa sezione, il Seitz rappresenta la partecipazione di Maria alla passione di suo Figlio. La vediamo quindi sul cammino del Calvario, ai piedi della croce, nella scena dolcissima della Pietà, e nella sepoltura di Cristo.

Nella crocifissione, la Madre di Dio è rappresentata secondo la descrizione sobria ma così efficace di San Giovanni: “Stabat iuxta crucem – era in piedi, presso la croce”. Iacopone da Todi, nella sua lauda in forma di sequenza, ripete l’immagine: “Stabat mater dolorosa / iuxta crucem lacrimosa / dum pendebat filius – La Madre addolorata stava in lacrime presso la Croce su cui pendeva il Figlio”. I volti dei personaggi della scena hanno una tale intensità e dignità che fanno pensare al ricordo del pittore Biagio Biagetti, allora giovane aiutante di bottega del Seitz, il quale racconta che, prima di dipingere qualche figura particolarmente importante, il maestro passava ore in preghiera dentro la Santa Casa, e quindi affrontava la parete da solo, senza la presenza di nessuno dei suoi aiuti. Ammirando la crocifissione, si può percepire in maniera sensibile non solo la grande abilità tecnica dell’artista ma anche la sua profonda fede e devozione.

La risurrezione di Cristo è descritta dal pittore in maniera indiretta, con la rappresentazione dell’apparizione di Gesù risorto a sua Madre. L’episodio non ha una base evangelica, ma è stato sempre considerato molto plausibile dai commentatori ed appartiene alla tradizione dei paesi cattolici di lingua tedesca. Nel raffigurare questo avvenimento, il Seitz ha avuto l’intuizione di ripetere quello che San Bernardo aveva suggerito nel commentare l’annunciazione. Il Santo teologo aveva immaginato che, attorno a Maria, fossero spiritualmente presenti i santi dell’Antico Testamento – Adamo, Abramo, Davide –, che imploravano Maria di dire il suo sì alla richiesta di Dio, perché questo assenso avrebbe significato per l’umanità intera, ed anche per loro, l’inizio della salvezza. Ebbene, il pittore ha riproposto visivamente la stessa situazione, raffigurando Gesù che si presenta a sua Madre, accompagnato dalle anime dei santi ora redenti, e tra di essi si distinguono Adamo ed Eva, Mosè e Aronne, Davide e anche Giuseppe. La scena della risurrezione di Cristo anticipa l’altra tomba vuota, quella che, piena di fiori e circondata da personaggi illustri della cultura tedesca, è rappresentata nell’ultimo riquadro della cappella, che, tornando verso la finestra centrale, completa e conclude il ciclo. In questo modo, sono stati illustrati i quattro dogmi mariani proclamati tali dalla Chiesa: la maternità divina, la perpetua verginità, l’immacolata concezione e l’assunzione in corpo e anima in cielo. Questi dogmi, verità cioè che ogni cristiano deve credere, non sono degli omaggi gratuiti che la Chiesa offre a Maria, come segno della sua devozione, come talvolta dicono alcuni commentatori, che equilibrano la poca conoscenza con molto orgoglio intellettuale. Si tratta invece degli strumenti adeguati che Dio ha voluto fornire a Maria, affinché essa potesse compiere la missione che Dio stesso le ha affidato, quella cioè di essere la prima collaboratrice di Gesù nell’opera della salvezza del mondo.

Concludiamo così la nostra osservazione della cappella tedesca, nella quale abbiamo commentato quelle scene che il Maestro Mercati ha scelto per interpretarle musicalmente. Non si tratta di una impresa facile e ora, da parte mia, io ho contribuito a renderla ancora più difficile, mettendo in risalto tutta la ricchezza degli episodi, ricchezza che sarà arduo esprimere attraverso le note dell’organo. In compenso, al termine del concerto, potremo avere una visione diretta della cappella, per verificare se quello che io ho detto ora, e quello che il Maestro Mercati ha composto e avrà suonato, ha qualche corrispondenza con la realtà dell’opera d’arte.

Buon ascolto quindi a voi tutti e buona fortuna al Maestro Mercati, per la prova che l’attende.