Nel 1996, l’università Cattolica Boliviana celebrava i 25 anni dalla sua fondazione. Per la circostanza fu invitato il Cardinale Pio Laghi, allora Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il quale accettò e, arrivando il 25 febbraio, spese nel paese una decina di giorni.
In considerazione delle difficoltà sperimentate da chi arrivava direttamente a La Paz, e doveva quindi ambientarsi all’altitudine – m. 4060 all’aeroporto – feci in modo che il programma della visita fosse organizzato in maniera diversa: arrivo a Santa Cruz e quindi continuazione a Cochabamba, visita a Potosì e Sucre e finalmente a La Paz. In questo modo, il Cardinale non ebbe nessun fastidio ed ebbe modo di ambientarsi perfettamente, man mano che si saliva più in alto.
L’evento fu un grande successo: Laghi si trovò sempre a suo agio, i vescovi lo sentirono molto amichevole e fraterno, la gente lo accolse con entusiasmo. Ogni tappa offrì l’occasione per celebrazioni solenni e partecipate, in cui il Cardinale fece prova delle sue capacità pastorali e della facilità con la quale creava relazioni spontanee con la gente.
Quando eravamo a Potosì, lo convinsi a tenere la veste filettata per la visita alla città. Non ne era molto convinto, ma accettò. Quando arrivammo alla Casa de Moneda – l’antica zecca dell’impero spagnolo – insistetti con lui per salire fino al tetto dell’immenso edificio: il più grande dell’epoca coloniale. Dato che c’era da inerpicarsi in una scaletta a chiocciola, cosa non facile da farsi con la veste talare, mi fece le sue rimostranze: “Ma cosa mi hai fatto fare!”
Una volta arrivato sul tetto, la vista che si godeva da lassù lo compensò ampiamente del disagio della salita. Tra l’altro, c’erano giornalisti e fotografi che lo aspettavano e che approfittarono della scena, del tutto straordinaria. Il Cardinale reagì da par suo, e cominciò a suggerire luoghi e pose diverse per le foto, e continuò per un bel po’ a passare da una parte all’altra del tetto, con l’entusiasmo di un ragazzino. Si capisce che, per quelle immagini, il fatto che Laghi fosse vestito con la filettata e la fascia color porpora fu un ulteriore elemento favorevole.
La missione del Cardinale Laghi fu un grande successo. Gli era stato chiesto anche di indagare circa alcune questioni allora in sospeso. Ne parlammo e mi espresse la sua convinzione, desunta da quanto aveva verificato in quei giorni. Sarebbe stato molto meglio se a Roma l’avessero ascoltato.