Il ritorno da Oloitokitok

Nella Settimana Santa del 1998, rispondendo all’invito di Mons. Colin Davies, vescovo di Ngong, andai con lui verso il villaggio di Oloitokitok, ai piedi del Kilimanjaro, per celebrare i giorni del triduo sacro. Il viaggio di andata fu più complicato del previsto, per cui, il 9 aprile celebrammo la Messa in Coena Domini a Kimana, la celebrazione del Venerdì Santo in una stazione di cui non ho registrato il nome, ed infine la veglia pasquale nella chiesa principale della parrocchia, dedicata a S. Luca, appunto a Oloitokitok.

Ricordo un solo particolare: c’erano due sacerdoti nativi, tre suore filippine e una dozzina di bambini con diverse forme di handicap, che erano assistiti dalle suore. Data la povertà della regione, e la pratica assenza di denaro, chiesi al parroco come facessero a sopravvivere. La risposta fu sorprendente: al momento dell’offertorio della messa domenicale, i fedeli portavano generi alimentari sufficienti, in modo che tutti loro – sacerdoti, suore e bambini – potessero sopravvivere per l’intera settimana.

Il viaggio di ritorno a Nairobi, il 12 aprile, fu molto più problematico del viaggio di andata. Aveva piovuto e le strade erano infangate. A un certo punto, il gippone del vescovo si impantanò e i nostri sforzi per uscirne fuori furono del tutto inutili.

Poco dopo arrivò un camion con passeggeri sul cassone, che non avrebbe potuto passare dato che bloccavamo il cammino, e attorno c’era la foresta. Il vescovo parlò a lungo con il gruppo di persone e alla fine ci diedero la spinta per uscire dal pantano e riprendere il cammino.

Mons. Davies mi fece una considerazione amara: “Questa gente sa bene chi sono e sa tutto quello che in questi anni la Chiesa ha fatto per loro. Anni addietro, si sarebbero offesi se avessi offerto loro qualche ricompensa per un aiuto come questo. Adesso ho dovuto contrattare sul compenso da dare, per ottenere che ci aiutassero, nonostante che in qualche modo ne erano obbligati, se volevano continuare il viaggio. Il cattivo esempio di corruzione dei governanti è ormai arrivato anche ai livelli popolari più bassi, che ne sono anch’essi infettati”.