Intervista alla conclusione della “Peregrinatio Mariae”

Intervista alla conclusione della “Peregrinatio Mariae” nelle diocesi delle Marche, in preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale, da celebrare in Ancona nel 2012.

D – Qual è la relazione tra la Santa Casa di Loreto e l’Eucaristia?

R – La reliquia custodita nel Santuario di Loreto è la casa nella quale Maria visse da bambina ed è, soprattutto, il luogo in cui avvenne lo straordinario incontro, descritto nel Vangelo di San Luca, tra l’arcangelo Gabriele e “la vergine che si chiamava Maria”. È il luogo in cui “il Verbo si è fatto carne”, permettendo al Figlio di Dio di diventare uomo e, come tale, manifestazione del Padre in mezzo a noi. Nell’Eucaristia l’incarnazione si ripresenta, in maniera diversa ma con la stessa concretezza, che dà esistenza al sacramento. La celebrazione eucaristica, nel ricordo dell’ultima cena e del sacrificio sul Calvario, presenta Gesù morto e risorto sotto le apparenze del pane e del vino, due elementi che parlano della quotidianità di un pasto familiare, e hanno quindi il sapore della casa, della famiglia e della tavola imbandita attorno alla quale la famiglia si ritrova e vive i suoi momenti più belli di condivisione e intimità. Il “Sì” di Maria, pronunciato tra queste tre pareti, ha reso possibile tutto questo, nella sua bellezza e drammaticità. Non c’è luogo più bello e significativo nel quale si possa meditare sulla infinita grandezza dell’incarnazione, e quindi dell’Eucaristia.

D – Qual è stato lo scopo del pellegrinaggio della Madonna di Loreto nelle diocesi della Marche?

R – La “Peregrinatio Mariae” nelle diocesi delle Marche è stato un evento straordinario, sia nella sua celebrazione – che non può avvenire che in circostanza del tutto speciali – sia nel successo che ha avuto – muovendo tante persone, richiamate dalla presenza silenziosa della Madre Lauretana. Non dovrebbe esserci bisogno di ricordare quanto sia grande la devozione del nostro popolo cristiano alla Vergine Santa, e anche particolarmente nella nostra regione. Ma ogni tanto è bello avere la prova di questa realtà. La presenza di tante persone in ognuno dei luoghi in cui la venerata Immagine si è fermata è la prova che Maria sa toccare i cuori di tutti, e parla con molta più efficacia di qualsiasi predicatore, prete o vescovo che sia. Il fine del pellegrinaggio era proprio quello di preparare il cuore dei fedeli al Congresso Eucaristico, ponendo davanti agli occhi di tutti il fatto dell’incarnazione, che sta all’origine della nostra salvezza e quindi all’origine dei sacramenti, in modo del tutto particolare dell’Eucaristia. A Loreto, nella Cappella Tedesca, c’è un’immagine significativa, che è stata scelta come motivo iconografico del Congresso. Nell’episodio dell’annunciazione, il pittore Seitz ha rappresentato Maria che riceve il saluto dell’Angelo, mentre un raggio dorato parte dallo Spirito Santo per toccare la fronte della Vergine. Ebbene, a metà del suo percorso, il raggio è come interrotto da un disco dorato, con al centro un’ostia bianca. Il significato è evidente: Gesù che si incarna è già dono eucaristico.

D – Nella Basilica di Loreto si è cominciata l’adorazione eucaristica quotidiana ma è stato tolto il tabernacolo dall’interno della Santa Casa. Per quale ragione?

R – Non è stato facile trovare l’accordo per iniziare l’adorazione eucaristica quotidiana nella Basilica di Loreto, per la quale, alla fine, si è stabilito di farla nella Cappella Francese, da molti anni destinata alla conservazione del Santissimo Sacramento. Noto con soddisfazione che la presenza dei fedeli in preghiera di fronte all’Eucaristia è costante e significativa, in una atmosfera di silenzio e di raccoglimento che ispira molto. Le norme della Chiesa circa la conservazione dell’Eucaristia sono da sempre molto precise: in questo caso non si tratta di qualcosa di nuovo, introdotto con la riforma liturgica. La legge era la stessa anche in passato, nonostante che, purtroppo, da qualche parte non la si sia osservata. Come ci ricorda anche S. Teresa di Gesù Bambino nel suo racconto della visita a Loreto, il Santissimo deve essere conservato in un solo luogo, nell’ambito di una chiesa. La tradizione di avere il tabernacolo all’interno della Santa Casa era abbastanza recente, e causata da ragioni che poco avevano a che fare con una corretta comprensione del significato dell’Eucaristia. Quando si è iniziata la solenne adorazione quotidiana nella Cappella Francese, si poneva il problema di giustificare una doppia presenza, a poca distanza l’una dall’altra. Se pensiamo alla Presenza Reale, al di là delle semplificazioni devozionistiche, ci rendiamo conto che non è lecito creare delle confusioni e degli sdoppiamenti. Inoltre, ci siamo resi conto che la grande maggioranza dei pellegrini, entrando in Santa Casa non si accorgevano della presenza del Santissimo, che non era neppure segnalata con la tradizionale lampada. Il fedele entra in Santa Casa per venerare Maria e il gesto tradizionale nel Santuario di Loreto è il passaggio in Santa Casa. Con la presenza di Gesù Eucaristico, la reliquia della Santa Casa, invece di essere esaltata, viene in qualche modo messa da parte, perché ogni attenzione deve necessariamente essere rivolta al Signore. Questa scelta, di fedeltà all’insegnamento della Chiesa, è stata anche confrontata con validi teologi – di grande sapienza e sicura ortodossia – e trovata corretta. Del resto questo è il modo in cui, nella Chiesa cattolica, sono trattate le reliquie, che si tratti di ricordi di miracoli eucaristici, come a Lanciano, Siena e Orvieto, o di ricordi della passione del Signore, come la Sindone di Torino o il Volto Santo di Manoppello, o di ricordi di santi, come le tombe di San Pietro e San Paolo a Roma, o la Porziuncola di Assisi.

D – Perché, recentemente, sono state introdotte in Basilica delle direzioni per i movimenti dei fedeli?

R – Un’altra decisione presa con molta prudenza e dopo aver studiato il tutto molto a lungo! La Basilica di Loreto è visitata dai pellegrini, specialmente di domenica, per tre ragioni ben precise: visitare la Santa Casa, accostarsi al sacramento della riconciliazione e partecipare alla Messa. Questa molteplicità di scopi, insieme con la speciale struttura della Basilica, fatta per conservare al proprio centro la reliquia della Santa Casa, creava un continuo movimento di persone, che provocava un costante brusio di fondo e tante occasioni di distrazione. Un piano di accorta viabilità – non per nulla scherziamo sul fatto che a idearlo sia stato proprio il Padre Rettore, P. Giuliano Viabile! – guidato da un bel gruppo di volontari, permette di ridurre i movimenti inutili e il chiasso durante le celebrazioni. I pellegrini possono fare tutto, ma sono invitati a farlo con ordine, in modo che non si perda mai l’atmosfera di silenzio e di raccoglimento che aiuta tutti a vivere nel Santuario una vera e intensa esperienza di fede e di devozione. I pellegrini stanno rispondendo molto bene e fa molto piacere rendersi conto che molti hanno colto già che le cose stanno cambiando. Ho sentito già molti dire che non avevano mai partecipato alla Messa con un silenzio come ora. È una buona risposta a quello che stiamo facendo ed è il riconoscimento della bella attività svolta dai volontari che hanno accettato di offrire qualche ora del loro tempo al Santuario della Santa Casa. Devo anche ricordare che alcuni scontenti ci sono, specialmente tra quelli che erano abituati a comportarsi in certi modi e non vogliono cambiare. Questo è normale, e dobbiamo capirlo. Dispiace però vedere che, quasi sempre, i criticoni sono quelli che parlano soltanto ma non danno mai una mano per aiutare a fare le cose meglio. Noi, invece, abbiamo l’intenzione di andare avanti e di far sì che la Basilica offra sempre di più e sempre meglio il suo dono spirituale ai fedeli che la visitano. Tanto per accennare a qualcosa: ogni altare ha un suo messaggio e una sua proposta di preghiera, e intendiamo rendere questa offerta esplicita, in modo che chi visita il Santuario sia accompagnato in un vero itinerario di crescita spirituale. Se poi qualcuno dei critici professionisti ci aiutasse invece con quale generosa offerta, in modo che possiamo affrontare le necessarie spese, ebbene questa sì che sarebbe una bella notizia, che farebbe davvero crescere l’impatto di Loreto tra i milioni di visitatori che vengono ogni anno.