Jadot e P. Ignazio

Come ho già detto, negli anni trascorsi a Yaoundé, ogni sabato pomeriggio e ogni domenica mattina andavo nel quartiere di Mvog-Mbi, per aiutare nel lavoro pastorale di quella parrocchia. La generosità di P. Ignazio e la sua devozione al lavoro pastorale erano impressionanti. In poco tempo, siamo diventati amici e lo siamo restati anche dopo la mia partenza dal Camerun.

Con il tempo, però, alcune delle sue iniziative mi sembrarono poco prudenti, e sentii anche altri missionari che si lamentavano per certi suoi modi di agire: soprattutto per i battesimi, dati senza un’adeguata preparazione ed anche a persone che provenivano da altre parrocchie, e venivano battezzati anche se non erano stati ammessi dai loro parroci. Mentre all’inizio ero io ad amministrare i battesimi il sabato pomeriggio, dopo di un po’ smisi di farlo, proprio per i dubbi sulla correttezza della gestione sacramentale.

Un giorno, parlando con il Nunzio, gli dissi di queste osservazioni critiche, e lo feci con una certa enfasi. Dopo avermi ascoltato, Monsignor Jadot mi rispose con queste poche parole: “Più che i limiti di P. Ignazio, mi impressionano le sue qualità”.