La Donna del sì – Lodi a Maria e arte in suo onore

Valentino Salvoldi, “La Donna del sì – Lodi a Maria e arte in suo onore”, Edizioni Santa Casa – Velar – Edizioni Messaggero Padova, 2010.

PREFAZIONE

Con entusiasmo sincero ho accolto l’invito dell’amico Valentino Salvoldi a scrivere qualche parola per introdurre questo volume, dedicato a Maria di Nazareth, contemplata nel momento in cui l’angelo mandato da Dio le annunciava che sarebbe diventata la Madre del Salvatore. Vi dico subito il perché del mio entusiasmo: a mio parere – e di queste cose me ne intendo – questo libro non può che essere letto dentro la Santa Casa di Maria, quella meravigliosa reliquia che ora è conservata, come gemma preziosa, all’interno della grande basilica di Loreto. Provo a rendere più chiara questa mia convinzione.

Il pellegrino che, giunto a Loreto, sosta all’interno delle tre pareti della Santa Casa, vive momenti diversi. Ognuno di essi è necessario per cogliere il significato di questa presenza misteriosa, che, dal 1294, per volontà della Provvidenza Divina si trova in questa zona del Piceno che, dal nome della città più vicina, si chiamava allora semplicemente il territorio di Recanati.

Chi per la prima volta entra in questo spazio ristretto e poco illuminato, sente all’inizio una forte curiosità, del tutto legittima e commendevole, che lo spinge a guardarsi attorno, per capire in che cosa consista questa reliquia, unica nella sua importanza, eppure deludente nella sobrietà e semplicità del suo aspetto. Niente altro che pietre, sagomate alla meglio e messe insieme in un modo che nessun buon muratore potrebbe trovare soddisfacente. Ma quelle pietre, smussate e rese lucenti dal secolare contatto con le mani di devoti, trasmettono già una sensazione di sacralità.

Per questo, dopo una prima osservazione, il pellegrino dedicherà del tempo alla preghiera. Quando ha fatto sapere che sarebbe andato a Loreto, certamente tanti gli hanno chiesto: “Dentro la Santa Casa, dì un’Ave Maria per me”. E, oltre a queste, quante intenzioni si affollano alla memoria, da affidare proprio lì alla Madre, che dalla sua nicchia e nella solennità della dalmatica, vede nel cuore di chi prega. Quanti sono i bisogni, che cogliamo ormai da ogni parte del mondo, ci stanno a cuore, in modo che ci facciamo portatori dei desideri di pace e di giustizia, di benessere e di felicità piena dell’umanità intera.

            Una volta però che il tempo della curiosità è passato, e quando anche il tempo della preghiera si è concluso, deve aprirsi un terzo momento, quello più bello e più vero: il tempo del silenzio e della contemplazione. Nel silenzio della Santa Casa, l’orecchio attento della fede può ascoltare ancora le parole che vi furono pronunciate in quel giorno, quando l’angelo Gabriele fu mandato da Dio ad una fanciulla ebrea. Il dialogo cominciò con un saluto e si concluse con una accettazione. I traduttori possono divertirsi a rendere alcune espressioni in modi diversi. Quel “Kaire” diventa un “Rallegrati”, o “Salve”, o “Ti saluto”, oppure resta più tradizionalmente “Ave”, con l’espressione che comincia la preghiera che ci è più cara e familiare. E la formula del consenso è: “Avvenga per me secondo la tua parola”, o “Avvenga di me quello che hai detto”, o “Si faccia di me come hai detto tu”. Comunque lo si esprima, abbiamo lì la manifestazione del “Sì” di Maria, che il latino esprime brevemente con un “Fiat”.

Al termine di quell’incontro, avvenuto nel silenzio e nel segreto della povera casa di Nazareth, la storia del mondo era cambiata totalmente e una volta per tutte. Da allora, attraverso l’incontro della volontà del Verbo incarnato – “Ecco io vengo o Dio a fare la tua volontà” – con la volontà di Maria – “Avvenga per me secondo la tua parola” –, ebbe inizio una fase completamente nuova nella vita dell’umanità, quella vissuta nel contatto con Dio, che, per venire incontro all’uomo, “si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.

            Da quando, nella Chiesa nascente, i particolari di quel dialogo furono conosciuti dalla comunità e furono in seguito messi per iscritto nel Vangelo di Luca, i fedeli cominciarono a riflettere sulla grandezza dell’episodio, sulla sua bellezza e sulla sua importanza per tutti noi. Le parole dell’angelo a Maria e di Maria all’angelo furono raccontate e ripetute, ascoltate e commentate, furono oggetto di meditazione, di studio, di contemplazione. I pastori della Chiesa ne trassero insegnamenti per il gregge e spunto per la preghiera, i teologi ne elaborarono il messaggio di salvezza per poter balbettare qualcosa della infinita misericordia divina, i poeti ne presero a ripetere i concetti, rivestendoli con espressioni nuove e adattate alle diverse lingue e culture, gli artisti rappresentarono quell’incontro con i mezzi diversi della loro creatività e con una fantasia sempre rinnovata. Quando ormai sono trascorsi più di venti secoli da quei pochi minuti benedetti, ancora oggi si continua a contemplarli, a riviverli ed a trarne nuove ispirazioni.

            In questo contesto di riflessione e di contemplazione, nasce questo libro, frutto della devozione filiale di Don Valentino Salvoldi verso la nostra Madre celeste. Con una paziente opera di raccolta e di selezione, l’Autore ha scelto un’abbondante messe tra le tante voci che si sono elevate per cantare le lodi di Maria, “Donna del sì”. L’accurata spigolatura dell’Autore ci permette ora di avere a disposizione un’antologia molto ricca di brani teologici e poetici, di preghiere e di riflessioni, che possono formare l’oggetto di lettura e di meditazione. Un libro quindi non da scorrere alla svelta e tutto d’un fiato, ma piuttosto da centellinare con calma, nel silenzio del nostro santuario interiore, per rivivere i sentimenti provati da Maria e metterci all’ascolto delle domande che il Signore può porre anche a noi.

            Accanto alla raccolta di testi, il P. Giuseppe Santarelli, ofm cap, ha operato una sapiente selezione di riproduzioni di opere d’arte presenti nel complesso monumentale del Santuario Lauretano. La parte visiva continua e completa quella scritta, perché rappresenta anch’essa la riflessione devota che artisti di vari secoli e di diverso livello hanno compiuto sulla vita di Maria e sulla sua presenza nella Storia della Salvezza.

            Don Valentino Salvoldi, che ha ora dato alla luce questo primo volume, “Fiat”, ci promette di continuare l’opera con altri tre libri, dedicati ad altri momenti della vita di Maria: il canto di lode, “Magnificat”, la riflessione sulle parole udite ed i fatti visti, “Conservabat”, la presenza ai piedi della croce, “Stabat”.

            In attesa di avere a disposizione l’intero ciclo, cerchiamo di godere questo primo frutto di devozione e di amore. Ora capite perché dicevo all’inizio, e lo ripeto ora, che dovremmo leggere queste pagine facendoci avvolgere, idealmente o fisicamente, dal silenzio e dalla penombra della Santa Casa.