La morte di Papa Giovanni

Nei suoi ultimi giorni di vita, eravamo continuamente informati circa lo stato di salute del Papa, di cui, senza conoscere altri particolari, si sapeva che fosse gravemente malato. Ascoltavamo con commozione le notizie fornite dall’Osservatore Romano, che venivano lette in refettorio, durante la cena.

            Nel pomeriggio del 3 giugno fummo informati che il Cardinale Traglia, Pro-Vicario di Roma, aveva deciso di celebrare una Messa in piazza San Pietro, che era piena di gente in silenziosa preghiera. Per quelli di noi che avessero voluto andare, c’era a disposizione un pullman. All’università erano in corso gli esami di fine anno. Alcuni, pensando di avere ancora bisogno di tempo per la preparazione immediata, decisero di non venire. Ne discutemmo vivacemente. Io ero tra quelli che sostenevano che era bene andare: era un momento storico e, comunque, se il Papa moriva, il giorno dopo non ci sarebbero stati esami.

            Arrivati in Vaticano, ci fecero passare dall’interno della Basilica. L’impressione fu incredibile: entrando in piazza, potemmo sentire il rumore dell’acqua delle fontane, tanto che pensavamo che non ci fosse nessuno. Eppure la piazza era piena, ma tutti erano in un silenzio assoluto.

            Ci collocammo attorno all’altare che era stato preparato sul sagrato, e la Messa fu celebrata nel modo più sobrio possibile. Come si faceva allora, non ci fu nessuna distribuzione di comunione e, alla fine, il Cardinale lesse l’ultimo Vangelo, e cioè il prologo di San Giovanni.

            Appena finita la celebrazione, Traglia ci disse che, se il Santo Padre continuava in vita, il giorno dopo si sarebbe ripetuta la celebrazione.

            Uscendo dalla piazza, vedemmo che nello studio del Papa era stata accesa la luce. Qualcosa era successo, e tutti pensammo alla stessa cosa. E difatti, arrivando al pullman, a Largo Cavalleggeri, potemmo sentire che la radio aveva già dato la notizia della morte. Ricordo che proprio in quel momento, il commentatore diceva: “Era nato a Sotto il Monte…”

            Come previsto, il giorno dopo non ci furono esami, e noi avevamo preso parte a un momento storico. Secondo alcuni, la morte sarebbe avvenuta proprio mentre, nella lettura del Vangelo di Giovanni, si diceva: “E venne un uomo, il cui nome era Giovanni”. Non sono sicuro che il momento fosse stato proprio quello, ma la cosa divenne un dato indiscusso, ed entrò nella storia o nella leggenda di quel grande Papa.