L’Altare degli Apostoli nella Santa Casa di Loreto

Nanni Monelli – Giuseppe Santarelli, “L’Altare degli Apostoli nella Santa Casa di Loreto”, Edizioni Santa Casa, 2012.

PREFAZIONE

            Nella Lettera che il Beato Giovanni Paolo II indirizzò all’Arcivescovo Monsignor Pasquale Macchi, Delegato Pontificio per il Santuario di Loreto, in occasione del 7° Centenario Lauretano, erano affermate, con estrema chiarezza, le ragioni dell’importanza unica del Santuario della Santa Casa, che era definito “primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e, per diversi secoli, vero cuore mariano della cristianità”. Nello stesso documento si precisava anche che, in merito all’origine del Santuario e della tradizione lauretana si lasciava, come è doveroso, piena libertà di indagine alla ricerca storica.

            Gli studiosi non hanno lasciato che questo invito passasse inascoltato. Il desiderio espresso dal Papa ha incoraggiato gli esperti dei diversi campi di ricerca a continuare il loro lavoro, per fare sempre maggiore chiarezza sulla “questione lauretana”, in riferimento, appunto, “all’origine del Santuario e della tradizione lauretana”.

            All’interno della Santa Casa è conservato il così detto “Altare degli Apostoli”, trasportato sulle colline di Recanati insieme alle tre pareti della Casa di Maria. Le analisi del manufatto sembrano confermare la grande antichità dell’altare, che, eretto a quanto pare in un’epoca compresa tra il II e il IV secolo, sarebbe uno dei primi esempi di altare fisso nella storia del cristianesimo.

            Tanti anni fa, quando ero ancora studente di teologia presso la Pontificia Università Lateranense, ho scritto la mia tesi di laurea in liturgia sul tema dell’altare cristiano. Affrontando l’argomento e seguendo le diverse prospettive: biblica, teologica e storica, mi ero reso conto che i tanti altari dell’Antico Patto, e soprattutto il ‘propiziatorio’ posto sopra l’arca dell’alleanza, erano simbolicamente confluiti in Cristo, il cui corpo offerto sulla croce è diventato l’unico altare della Nuova Alleanza. Da Cristo, vero altare, erano poi scaturiti gli altari delle nostre celebrazioni liturgiche, tutti riferiti a Lui. Tanti autori cristiani dell’alto medioevo, nelle loro opere ispirate da una primitiva interpretazione allegorica della liturgia, attribuiscono a ciascuna delle parti delle nostre chiese diversi significati simbolici. Ma essi, in maniera unanime, affermano: “L’altare è Cristo”.

            Contemplando l’Altare degli Apostoli, non posso fare a meno di riflettere sulla bellezza di questa presenza all’interno della Santa Casa. Proprio là dove “il Verbo si fece carne”, dove quindi il Figlio di Dio divenne altare del nuovo sacrificio, è stato eretto uno del più antichi altari cristiani, esso stesso simbolo di quel Cristo che lì è stato concepito. Potremmo quasi dire che il cammino liturgico della Chiesa, nel suo fondamento teologico e nel suo sviluppo rituale, ha nella Santa Casa il primo punto di riferimento.

            È lecito sentire un certo rammarico per il fatto che, nel corso dei secoli, e soprattutto nel rifacimento dell’interno della Santa Casa dopo la devastazione dell’incendio del 1922, l’Altare degli Apostoli sia rimasto quasi nascosto, protetto com’è ora all’interno della struttura del nuovo altare disegnato dall’architetto Cirilli. Quale emozione, e quale gesto pieno di un simbolismo pregnante, tale da metterci in contatto con la Chiesa primitiva e con le celebrazioni eucaristiche offerte nella Domus Ecclesia di Nazaret, sarebbe il poter celebrare il sacrificio di Cristo direttamente sulla mensa di quella piccola, antica ara. Ma se questo non è ora possibile, che almeno si faccia di tutto perché l’Altare sia conosciuto, sia visto e ne sia riconosciuto il significato, di una ricchezza teologica unica, a completare la bellezza della Santa Casa, collegandola con la prassi sacramentale della prima comunità cristiana.

            Questo scopo è egregiamente svolto dall’opera che ora presentiamo, in una seconda edizione rivista e aggiornata, dopo l’esaurimento della prima. Ancora una volta, siamo grati a P. Giuseppe Santarelli, OFM capp, e all’Architetto Nanni Monelli, per questo ulteriore contributo alla conoscenza delle ricchezze storiche, artistiche e archeologiche del Santuario Lauretano. Mi auguro che questo volume, come già i precedenti, incontri il favore di un pubblico attento, desideroso di capire meglio i tesori che il Santuario racchiude. E mentre ci rallegriamo per questa nuova edizione, restiamo in attesa della pubblicazione del prossimo studio, ormai in via di completamento, sul Palazzo Apostolico.