L’autista Stipo

La Nunziatura di Belgrado aveva un solo uomo, nel suo personale, altrimenti formato da cinque suore. Stipo era un fratello laico gesuita, ed era il nostro autista. Il fatto di essere un religioso professo lo rendeva immune dalle indagini della polizia segreta. Mons. Cecchini mi raccontava che l’autista precedente, un laico, veniva regolarmente convocato dalla polizia e interrogato sugli spostamenti del Nunzio e sulle visite che riceveva. Ma questo trattamento era risparmiato a Stipo.

Stipo con il Nunzio e le Suore

            Poco tempo prima del mio arrivo a Belgrado, il Nunzio era uscito quasi indenne da un terribile incidente d’auto. Ne aveva riportato solo qualche dolore alle vertebre del collo. La Mercedes nella quale viaggiava, insieme con Stipo, era distrutta. Vedendola, nel garage della Nunziatura, ebbi difficoltà a credere che non ci fossero state vittime. Mons. Cecchini mi raccontò che erano finiti sotto un camion, che viaggiava davanti a loro.

            Dopo qualche esperienza di brevi viaggi con Stipo, vidi per quale ragione era successo l’incidente: per fare un sorpasso, aveva l’abitudine di andare vicinissimo al mezzo che lo precedeva, e da lì si affacciava per verificare se avesse la possibilità di andare. Bastava un piccolo rallentamento di chi era davanti, per creare una situazione di emergenza, esattamente come era successo nell’incidente.

            Quando giunse il nuovo Nunzio, la Nunziatura aveva già una nuova Mercedes. Mons. Colasuonno soffriva di otite, e quindi non gli era possibile viaggiare in aereo. Per questo cominciò le sue visite alle Repubbliche e Province della Federazione, muovendosi in auto, accompagnato ovviamente da Stipo. Lo avvertii dei rischi che correva, ma mi assicurò che a suo parere l’autista era competente ed anche intelligente e capace di apprezzare una buona battuta. Mi disse che Stipo aveva capito anche delle barzellette in cui c’erano parole in latino. A mio parere, il brav’uomo non capiva quasi nulla di quello che gli si diceva in italiano – e figuriamoci in latino! – ma rideva sempre, per compiacere il principale.

            Al ritorno da un viaggio a Rijeka, il Nunzio apparve molto preoccupato. Mi raccontò che in una curva erano usciti di strada e la macchina aveva risentito dell’impatto. Cadendo in una cunetta, la struttura dell’auto aveva ricevuto un colpo duro e si era storta, assumendo una curiosa forma a barchetta. La Mercedes funzionava comunque, ma il suo aspetto era piuttosto strano.

            Nel giro di pochi mesi, Stipo era stato capace di far fuori due auto. Un record decisamente difficile da uguagliare!