Lavorare bisogna

Nei primi giorni dopo l’elezione di Giovanni Paolo I, anche nel personale della Segreteria di Stato c’era curiosità per vedere il nuovo Papa.

Una mattina, mentre andavamo in ufficio, passò la voce che il Santo Padre doveva prendere l’auto nel Cortile di San Damaso, per recarsi da qualche parte. L’auto era pronta e di lì a qualche minuto il Papa sarebbe sceso. Le grandi finestre della Terza Loggia erano aperte, e quindi diversi monsignori erano affacciati, in attesa, ed io con loro.

Un giovane alunno dell’Accademia Ecclesiastica, che stava facendo un mese di tirocinio, arrivò a passi svelti e, vedendo la scena chiese cosa stesse accadendo. Gli fu risposto che stava per arrivare il nuovo Papa.

La sua reazione fu immediata: “Ma che nuovo Papa e nuovo Papa! Lavorare bisogna!”.

Rivedo ancora gli sguardi di compatimento che lo accompagnarono, mentre continuava svelto per raggiungere il suo ufficio.

E non mi meraviglio se di quel tirocinante, a tempo debito, si sono perse le tracce.