Le scarpe di Hillary

Una volta, tornando a Nairobi dopo le vacanze, avevo portato con me un buon numero di scarpe, nuove e di ottima qualità, dono di un generoso benefattore. Le regalai ad alcuni amici che avevo, per lo più ragazzi di Kangemi, il quartiere più vicino alla Nunziatura.

Uno di loro, Hillary, era già stato aiutato dal mio predecessore, che lo aveva inviato a studiare in una scuola nel territorio dei Masai. Quando fui lì per la celebrazione di cui ho parlato, il 9 agosto 2001, il ragazzo si presentò per salutarmi e, più tardi, venne a trovarmi in Nunziatura, dove prestò anche qualche lavoro temporaneo nel giardino.

Poco dopo aver ricevuto le scarpe nuove, Hillary tornò a vedermi, e notai che le scarpe erano tutte infangate. Lo rimproverai: “Queste scarpe sono buone e costano molto. Le devi trattare bene e non sporcarle così. Guarda queste mie scarpe: sono anni che le porto e sono ancora come nuove”. Hillary mi guardò stupito e mi disse: “Ma tu non cammini mai!” Ci rimasi male, ma dovetti subito riconoscere che lui aveva ragione, mentre io avevo parlato senza pensare. Mi vedeva sempre uscire di casa e salire sull’auto, mentre lui viveva in una baraccopoli in cui, in assenza di fogne, i viottoli erano sempre infangati per l’acqua di scolo