Loreto Palazzo Apostolico

Nanni Monelli – Giuseppe Santarelli, “Loreto Palazzo Apostolico”, Edizioni Santa Casa, 2012.

PREFAZIONE

“Santa Maria di Loreto nella Marcha cioè lo palazzo inanzi alla chiesa principiato per Bramante, guidato male per lo Sansovino, bisogna corregierlo”.

            Questo appunto, nervosamente scritto al centro di un accurato disegno della pianta del Palazzo Apostolico di Loreto, ci introduce alla storia dell’edificio che, a fianco della Basilica, completa la piazza del santuario della Santa Casa. Non svelerò l’arcano di questa osservazione critica, perché, per sapere di chi ne sia l’autore e a cosa si riferisca, sarà sufficiente cominciare la lettura di questo nuovo studio, redatto, con la consueta competenza e brillante esposizione dal P. Giuseppe Santarelli, OFM capp., e dall’Architetto Nanni Monelli.

            Il visitatore che, provenendo dal corso Boccalini, o ancora meglio dal piazzale Giovanni XXIII, entra nella piazza del santuario, non può fare a meno di ammirare le strutture che gli si presentano immediatamente davanti agli occhi: la facciata della basilica e l’imponente costruzione del Palazzo Apostolico, con il doppio ordine del loggiato, che chiude completamente il lato sinistro e si estende poi nel lato di fondo della piazza.

            A prima vista, il grande edificio si presenta come un insieme armonico e del tutto omogeneo, lasciando immaginare che il progetto, frutto della mano di un solo grande artista, sia stato eseguito in un periodo abbastanza breve e con una direzione unica. Guardando meglio i dettagli dell’edificio e studiando l’abbondante documentazione conservata negli archivi della Delegazione Pontificia del santuario, ci si deve rendere invece conto che la storia del Palazzo è molto più elaborata, ed ha richiesto decenni e secoli di interventi, modifiche, rettifiche, restauri, miglioramenti ed anche manomissioni. Una storia quindi complessa e sofferta, in cui ogni nuova operazione ha contribuito a darci il monumento che conosciamo e che svolge ancora oggi la funzione a cui era stato destinato fin dall’inizio.

            Negli ultimi decenni del XV secolo, e ancora di più nei primi anni del XVI secolo, i diversi pontefici che si succedettero sul trono di Pietro dimostrarono di avere molto a cuore il santuario della Santa Casa di Loreto. La grande basilica era in via di costruzione e l’elegante cupola di Giuliano di Sangallo era già stata voltata, dando alla costruzione l’aspetto imponente che ha mantenuto fino ad oggi. Era però necessario fornire Loreto di una residenza degna per ospitarvi il governatore e il clero al servizio del santuario. Si sarebbe dovuto prevedere anche l’alloggio adeguato per il papa stesso, che, nelle sue ispezioni dello stato della Chiesa, era frequente visitatore della cittadina marchigiana, diventata ormai il cuore del culto mariano d’Italia e d’Europa. Il progetto fu quindi avviato, ma dalla prima decisione pontificia all’inaugurazione dell’edificio dovettero passare anni, e vi furono interruzioni, rettifiche e difficoltà di ogni genere.

            Sono molte le domande a cui gli autori di questa pubblicazione devono rispondere: sull’identificazione degli architetti che hanno posto mano alla progettazione e quindi alla costruzione; sulle diverse fasi dell’impresa e sui frequenti ripensamenti nell’esecuzione dei progetti, per rispondere alle mutate necessità del santuario e per far fronte alle sfide presentate dell’incerta geologia della zona; sui tempi dell’erezione del lato ovest dell’edificio e sulle particolarità che ne distinguono lo stile; sui dibattiti svolti in tempi diversi per decidere se fosse o no opportuno completare la piazza con il mancante lato meridionale. Si deve riconoscere che a tutti questi problemi il P. Santarelli e l’Arch. Monelli, nelle rispettive competenze, danno una risposta esauriente e convincente. Si deve del resto capire che non può essere semplice e lineare la storia di un edificio che anche oggi è utilizzato per ospitare coloro che, nelle mutate condizioni di servizio, lavorano nel santuario e per il santuario della Santa Casa, e per conservare le importanti collezioni di opere d’arte, volumi e documenti che formano il Museo – Antico Tesoro, la Biblioteca e l’Archivio.

            Con questa nova pubblicazione, le Edizioni Santa Casa aggiungono un ulteriore contributo alla collezione di studi, che devono essere considerati come facenti parte di uno stesso progetto: l’esposizione scientificamente accurata dei diversi elementi che si riferiscono alla Reliquia che sta al cuore del santuario lauretano e delle costruzioni che la circondano.

            I due validi studiosi, il P. Santarelli e l’Arch. Monelli, individualmente o in feconda e ormai ben sperimentata collaborazione, hanno prodotto volumi dai titoli: “La Santa Casa di Loreto. Tradizione e ipotesi”, “La Santa Casa a Loreto. La Santa Casa a Nazareth”, “I graffiti nella Santa Casa di Loreto”, “La basilica di Loreto e la sua reliquia”, “Architettore e Architettura rinascimentale per la Santa Casa”, “L’altare degli apostoli nella Santa Casa”, “Prime architetture picene per la Camera di Maria a Loreto”, “Le fortificazioni di Loreto”.

            Vi si aggiunge ora questa analisi sul Palazzo Apostolico, a concludere, almeno per ora, lo studio del complesso storico, archeologico e  artistico del Santuario Lauretano, che, con la sobria solidità teologica e biblica delle sue tre pareti, si manifesta sempre di più come un vero “primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e, per diversi secoli, vero cuore mariano della cristianità” (B. Giovanni Paolo II, Lettera per il VII centenario del Santuario della Santa Casa di Loreto, 15 agosto 1993).