Manifestazione femminista

Mentre si preparava la seconda visita di papa Giovanni Paolo II negli Stati Uniti, dal 10 al 21 settembre 1987, i movimenti femministi si mobilitarono per esprimere le loro lagnanze contro il Papa e la Chiesa in generale. A Washington furono organizzate alcune manifestazioni, a mezzo chilometro dalla Nunziatura, dato che la legge proibiva allora di manifestare a minore distanza dall’Ambasciata coinvolta.

            In abito borghese e armato di macchina fotografica, il 27 agosto, andai a vedere che cosa accadeva in uno di questi eventi. Era stato eretto un piccolo podio, con alcuni grandi striscioni. Pochi i presenti, forse molti soltanto curiosi, come me. Un folto gruppo di donne animava l’incontro. Una signora piuttosto bassa e grassa si presentò con una sciarpa posta a cadere davanti al petto. La spiegò come la cosa più vicina ad una stola sacerdotale che aveva potuto trovare.

            Alternandosi a parlare, espressero i loro desiderata: aborto libero, omosessualità accolta, sacerdozio per le donne. Annunciarono anche che, alla fine della manifestazione, si sarebbero avvicinate alla Nunziatura per portare un pacco dei loro documenti. Nel fare questo, avrebbero agito contro la legge, la polizia sarebbe intervenuta e le avrebbe tratte con violenza: sarebbero state arrestate, picchiate e chissà che altro mai. Ma erano pronte a soffrire per la causa.

            Mentre stavo lì, un tizio mi si è avvicinato e mi ha chiesto chi fossi. Risposi di essere un fotografo indipendente, “free lance”. Non aveva intenzioni ostili. Di fatto, mi chiese di valutare quante persone fossero presenti. Diedi la cifra approssimativa di trenta. E concluse: “E domani i giornali ne parleranno, come se fosse un evento di grande importanza”. E così è stato.

            Durante lo svolgersi della manifestazione, è apparso un signore che portava un cartello con una grossa scritta: “God bless pope John Paul II – Dio benedica papa Giovanni Paolo II”. Mentre camminava avanti e indietro, gli ho fatto una foto. Quando stavo tornando a casa, gli sono passato vicino e gli ho detto: “Dio ti benedica. Il papa saprà di te”. Mi ha guardato con sospetto e mi ha chiesto chi fossi. Gli ho ripetuto: “Non ti preoccupare. Il papa saprà di te”. Difatti, alcuni giorni dopo, ho spedito la foto a Roma al segretario del Santo Padre, perché gliela mostrasse. Cosa che egli ha fatto.

            Quando la manifestazione si è conclusa, il gruppo delle passionarie è venuta vicino alla Nunziatura e un paio di loro hanno suonato alla porta per consegnare i loro documenti. Sopra il pacco di fogli era posto un preservativo.

            La polizia intervenne e, con molta cortesia, pose un simbolico laccio ai polsi di alcune dimostranti e le accompagnò verso la loro auto. Il martirio annunciato si è dimostrato in definitiva piuttosto blando.

            Il giorno dopo, i giornali riferirono sull’avvenimento, sottolineando il fatto che ad aprire la posta della Nunziatura ed a ricevere la documentazione era stata proprio una donna.

Manifestazione femminista

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