P. Joseph Jones

Nella Delegazione Apostolica di Londra, oltre al segretario locale, che viveva in casa, c’erano due religiosi, un gesuita e un redentorista, che venivano due o tre volte alla settimana, per aiutare secondo le loro competenze specifiche.

            Il redentorista P. Joseph Jones era un giurista e si occupava anche di tenere in ordine i conti dell’amministrazione. Restava fino a tarda sera e lavorava molto, chiuso nel suo piccolo ufficio, e lo faceva fumando in continuazione, con la sigaretta sempre in bocca e la cenere che cadeva sui documenti, che ne mantenevano l’odore caratteristico.

            Era un religioso di grande fedeltà ai suoi voti. Quando ci furono regalati i nuovi volumi della Liturgia delle Ore in inglese, anch’egli ne ricevette un esemplare. Nei giorni seguenti, a tavola ci scambiavamo le prime impressioni sui testi, che cominciavamo ad usare per la preghiera quotidiana. Quando poi chiedemmo al P. Jones la sua opinione, egli si scusò: il suo superiore era assente e, non avendo potuto chiedere il permesso per accettare quel dono, non aveva ancora aperto i volumi.

            La sua finezza di spirito fu messa alla prova un giorno quando, sempre a tavola, la suora che ci serviva commentò la lettura di San Paolo che aveva ascoltato al mattino, riferendosi all’elenco dei peccati fatto dall’Apostolo: “Che cosa sia un sodomita lo so, ma non capisco che cosa sia un catamita”. Questa era la traduzione usata per il termine “effeminato”. E P. Jones, senza battere ciglio: “Un catamita è qualcuno molto utile a un sodomita”.

            Quando, per ragioni di età, lasciò il servizio in Delegazione, fu trasferito dai suoi superiori in una casa redentorista a Plymouth. Lì, qualche tempo dopo, morì improvvisamente. Il 5 marzo 1976, insieme con il nostro vecchio autista, presi parte alla celebrazione del suo funerale, nella chiesa della Madonna del Carmelo a Plymouth. 

P. Joseph Jones