Essendo nato nel 1941, non posso avere molti ricordi del tempo di guerra. In alcuni casi, nella memoria, confondo quello che mi sembra di aver visto con quello che ho sentito raccontare dai miei fratelli che, più vecchi di uno e due anni, potevano ricordare qualcosa di più.
Non sono sicuro, ad esempio, di ricordare il tempo passato nel rifugio sotterraneo alla Paleotta. Alcuni particolari sono per me chiarissimi, ma sono gli stessi che ricorda Francesco e per questo mi chiedo se si tratti piuttosto di quello che ha raccontato lui.
Un piccolo episodio, invece, lo ricordo molto bene e forse è proprio il primo ricordo che ho della mia vita. Eravamo sfollati a San Liberio, sotto Montemaggiore, perché avevamo dovuto abbandonare Fano, per l’avvicinarsi del fronte di guerra.
Erano giornate piovose e ricordo che la strada davanti a casa era fangosa. Sotto la guida di Paolo, che aveva cinque anni, abbiamo scavato delle buche nella strada, perché così, diceva lui, quando si riempivano di acqua, i tedeschi non le avrebbero viste e ci sarebbero cascati dentro.
L’idea non era molto realistica, ma lo spirito era già vivace!
