Scoperta dell’Irlanda

Mentre stavo tribolando a Londra, nel tentativo di imparare l’inglese, ricevetti una lettera da un amico, Cyril, collega di Accademia di due anni più anziano di me, che mi invitava ad andare a trovarlo in Irlanda, dove lui era in una breve vacanza, in attesa di partire per la sua prima missione.

            Alla mia risposta che non avevo soldi per poter fare il viaggio da Londra a Dublino, mi rispose facendomi avere il biglietto aereo già pronto e pagato. Non potei più rifiutare e andai per un fine settimana, dal 18 al 21 luglio, che si rivelò meraviglioso.

A Kenmere, in Irlanda

            Lo trovai ad aspettarmi all’aeroporto e, muovendoci con la sua auto, visitammo alcuni dei luoghi più famosi dell’isola. Quello che mi impressionò di più fu la cordialità della gente, sempre pronta ad aiutare e ad accogliere, e particolarmente contenta di incontrare qualcuno che veniva da Roma e che avrebbe lavorato per il Papa.

            Devo anche confessare che, dopo i pasti londinesi, fatti in gran parte con cibo in scatola, trovai la cucina irlandese molto gradevole. In un ristorante decisamente di lusso, e frequentato da turisti americani, ebbi la possibilità di assistere alla preparazione di un vero “Irish coffee”, condotta come uno spettacolo di ammirare, prima di diventare una bevanda squisita da bere. In quell’occasione, Cyril mi aveva avvertito: “Vedrai cosa succede, una volta che il cameriere avrà finito d prepararci il caffè!” E difatti, appena il grosso calice ci fu consegnato, nei suoi tre colori chiaramente distinti, tutti i turisti americani presenti chiesero di avere anche loro lo stesso servizio, che il cameriere ben volentieri cominciò a offrire.

            Cyril e io eravamo diventati amici durante il precedente periodo natalizio, quando in Accademia eravamo rimasti solo in tre – lui, Janusz e io – perché non avevamo la possibilità di andare a casa per le feste. I giorni in Irlanda rafforzarono la nostra amicizia, che non ebbe però la possibilità di mantenersi viva, perché il servizio ci tenne quasi sempre lontani. Mi addolorò molto sapere che, più tardi, lasciò il servizio diplomatico e, qualche anno dopo morì in un incidente.