Loreto – 29 giugno 2012
Cari fratelli e sorelle, cari amici,
Le parole di Simone, che per primo riconosce nel Maestro Gesù di Nazaret il Signore, Figlio del Dio vivo, sono alla base della fede della Chiesa: è quello che noi crediamo, è quello per cui noi ispiriamo la nostra vita agli ideali del Vangelo, è la ragione per cui noi siamo qui oggi. La risposta di Gesù a Simone, che lo chiama con un nome nuovo: Pietro, e cioè roccia solida, annuncia per la prima volta la volontà di Gesù di dare inizio ad un nuovo popolo, redento nel suo sangue, una nuova assemblea dei figli di Dio, che prende appunto il nome di Chiesa – assemblea, e trova la sua unità attorno a Pietro.
Oggi, noi, e intendo dire noi loretani, riuniti in questo Santuario Pontificio, ci sentiamo uniti al Papa in maniera particolarmente intensa. Quando, in molti modi, la Chiesa e il Papa sono attaccati in tante parti del mondo, noi vogliamo riaffermare la nostra vicinanza a Cristo e al Suo Vicario in terra. Vicinanza che si esprime nella preghiera, come nell’episodio degli Atti degli Apostoli, quando la Chiesa intercedeva per Pietro, imprigionato da Erode. Ogni epoca ha i suoi Erode, ogni epoca ha qualcuno che, per compiacere alla folla, perseguita la Chiesa. Lo sappiamo già, e lo vediamo fare anche qui da noi, nella sapienza straordinaria di maestri del pensiero, tutti abilitati a stabilire qualifiche di credibilità o di non credibilità al Papa e ai suoi collaboratori; e se mancano notizie adatte per squalificare qualcuno, ebbene, le notizie si inventano. Tanto domani non se ne ricorderà più nessuno, e non sarà quindi necessario smentire la menzogna raccontata.
La nostra vicinanza al Papa vuole trasmettergli anche i nostri sentimenti di filiale, sincera simpatia, e uso ‘simpatia’ nel suo senso originale: cioè di portare insieme con lui la sofferenza per le sue grandi responsabilità e per le incomprensioni di chi non lo capisce o non vuole capirlo, di chi critica senza sapere, rifiuta senza conoscere. Vogliamo far sapere al Papa che i loretani gli sono vicini e che da questo Santuario mariano la nostra preghiera lo accompagna sempre.
Ci sono tante ragioni per cui noi dobbiamo sentire e vivere questo impegno di vicinanza al Papa. Il nostro Santuario è Pontificio ed appartiene al Papa, il nostro Santuario è così bello perché i Papi l’hanno voluto così, il nostro Santuario è stato visitato da tanti Papi. Ricordiamo ora, a 50 anni da quell’evento straordinario, il pellegrinaggio di Papa Giovanni, che venne a Loreto il 4 ottobre 1962, per raccomandare alla protezione di Maria i lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II, che sarebbe stato inaugurato l’11 ottobre seguente.
Quel gesto del Papa Buono, gesto veramente profetico, diede un tono di fede e di devozione al Concilio, ed aprì la stagione, che è ancora in corso, dei grandi viaggi apostolici dei Papi: Paolo VI uscì ancora speso da Roma e poi dall’Italia e dall’Europa; Giovanni Paolo II fu testimone del Vangelo in ogni angolo della terra, e il Santo Padre Benedetto segue i suoi predecessori in questo anelito di evangelizzazione universale.
Ora, con immensa gioia, posso annunciarvi che il nostro Santo Padre, il Papa Benedetto XVI, verrà a Loreto il prossimo 4 ottobre, per ricordare il primo viaggio di Papa Giovanni e per raccomandare alla Vergine Lauretana l’Anno della Fede, da Lui proclamato proprio per promuovere l’approfondimento del messaggio del Concilio, e per chiedere la protezione di Maria sul Sinodo dei Vescovi, che si aprirà il prossimo 7 ottobre, per studiare il tema della nuova evangelizzazione.
La venuta del Papa a Loreto sarà breve: appena il tempo di pregare in Santa Casa e di Celebrare la Santa Messa in Basilica. Ma il significato di questo gesto ha una portata enorme, e chiama ancora una volta l’attenzione della Chiesa intera sul ruolo della Madre di Gesù nella nostra vita di fede. Sottolinea anche, una volta di più, l’importanza del nostro Santuario e del suo fondamento teologico e biblico.
Capite bene che ora ci metteremo tutti a lavorare per far sì che questo evento si svolga nel migliore dei modi. Ma dobbiamo pensare Alla cosa più importante, che è la nostra preparazione spirituale per un incontro che non è qualcosa di folcloristico, ma è un fatto di fede. Il Papa viene qui a raccomandare a Maria la celebrazione dell’Anno della Fede. Viene qui a raccomandare a ciascuno di noi, prima di ogni altro, di vivere intensamente quest’anno, come un’occasione privilegiata per dare uno spirito nuovo alla nostra vita di fede, per rinnovare i nostri impegni e la freschezza della nostra fedeltà al Vangelo.
Cari fratelli e sorelle, cari amici: la grande gioia per questo annuncio non deve farci dimenticare che ora ci aspetta del lavoro da fare: rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare. E che nessun loretano manchi all’appello, per costruire questo nuovo importante episodio della storia della salvezza.