Storia di pasta e di elezioni

Prima che fossero inventati gli spazi destinati ai manifesti elettorali, la propaganda dei diversi partiti invadeva tutte le pareti disponibili. Per questo, al cader della sera, squadre di uomini e ragazzi, armati di scale, pennelli e secchi di colla si mettevano in strada per impiastrare più che si potesse i muri cittadini con i manifesti del rispettivo partito.

            Le buone signore della parrocchia del Duomo erano chiamate in causa per preparare la colla, fatta con acqua e farina. I ragazzi venivano a prenderla e tornavano a rifornirsi quando l’avevano finita. Era un’attività intensa, che durava per tutto in periodo elettorale.

            Un giorno, passata ormai la data fatidica – credo che fossimo nel 1953 – gli spaghetti del pranzo erano venuti un po’ più cotti del solito, ma davvero appena un po’. Ma subito babbo fece il suo commento: “Amelia, le elezioni sono passate!”