Videla boia

Il solenne inizio del pontificato di Giovanni Paolo I, eletto il 26 agosto 1978, doveva aver luogo il seguente 3 settembre. Per la circostanza, i diplomatici in servizio nella Segreteria di Stato furono incaricati di fornire un servizio di accoglienza e di accompagnamento delle numerose delegazioni, provenienti da ogni parte del mondo.

Il punto di arrivo degli ospiti era all’Arco delle Campane, a sinistra della facciata della Basilica di San Pietro. Di lì, a turno, accompagnavamo gli ospiti sul sagrato della Basilica, dove altri incaricati li avrebbero sistemati nei posti predisposti per loro. Subito dopo, tornavamo al punto di partenza, per ripetere l’operazione con altri.

Ad un certo momento, mentre tornavo all’Arco delle Campane, mi resi conto che stava arrivando il Generale Jorge Videla, che, dal 1976, era Presidente dell’Argentina, a seguito del colpo di stato dei militari, che aveva deposto Isabelita Peron. Erano note le crudeltà del regime e si parlava già di un grande numero di “desaparecidos”. Il Prefetto della Casa Pontificia, Monsignor Martin era lì e quindi cercai di svicolare, allargando il mio itinerario. Continuai poi ad accompagnare altri personaggi, fino a quando, iniziando la solenne Eucaristia, mi fermai sul sagrato nel settore riservato agli ospiti, a destra dell’altare.

Quando ormai la celebrazione era alla fine, un enorme massa di palloncini legati insieme cominciò a salire ondeggiando verso il cielo. A mano a mano che si innalzava, si vide che portava in alto un lunghissimo striscione che, seguendo i movimenti del vento leggero, si girava ed impediva la lettura di quello che vi era scritto.

A un certo punto il testo apparve chiaramente e tutta la folla presente in piazza pronunciò, come in un sospiro generale, quelle parole: “Videla boia”. Seguì un mormorio indistinto. Guardai Videla, che non mosse ciglio e non diede nessun segno di emozione.

L’episodio ebbe per me un seguito. Un amico mi fece avere un esemplare del giornale “Lotta continua” che, nell’ultima pagina, riportava una foto in cui Mons. Martin stringeva la mano di Videla. Ma in alto c’ero anche io, che cercavo di allontanarmi, ma ero comunque entrato nell’immagine.

Più tardi, dallo stesso amico, ottenni in visione la foto originale, che potei fotografare, pima di restituirla per l’archivio del giornale.