Omelie

Nella gran parte dei casi, le mie omelie non sono scritte per intero. In alcune occasioni, mi sono avvalso di appunti.
Altrimenti, quasi sempre, le ho pronunciate “a braccio”, il che non vuol dire “improvvisate”, ma che la preparazione è stata fatta in modo da poterle porgere senza dover leggere un testo o basarsi su alcune note. Mi ha sempre incoraggiato l’espressione di una anziana signora la quale, commentando il fatto che il suo vescovo leggeva sempre le sue omelie, disse: “Ma se lui non è capace di ricordare quello che ci deve dire, come facciamo noi a ricordare quello che ci ha detto?”

          Le omelie che presento sono quindi delle eccezioni, giustificate dalle circostanze particolari in cui sono state pronunciate: per l’importanza e la drammaticità del momento, come nelle due omelie in occasione del funerale e di un anniversario della morte di P. John Kaiser, in Kenya; per il rischio di commozione, nelle omelie per il funerale e gli anniversari di mio fratello don Paolo e di un amico carissimo; per la solennità dell’evento, l’opportunità di essere preciso nel messaggio trasmesso e infine la necessità di mantenere i limiti della durata della celebrazione, nel rispetto dei tempi delle trasmissioni televisive.

          Una sezione a sé è rappresentata dalle brevi omelie delle Sante Messe celebrate per Radio Maria, durante gli anni della mia permanenza a Loreto. Anche in questi casi, i limiti di tempo della trasmissione hanno determinato la durata delle omelie, sempre limitata a cinque o sei minuti.

          Si tenga comunque presente che ogni omelia è stata preparata e pronunciata per un’assemblea determinata, e quindi non necessariamente può essere considerata adeguata e opportuna per chiunque ora la voglia leggere.

Loreto

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